Comunicato stampa 27 luglio 2020
La vasca nel Parco è un delitto contro la verità, contro il Parco e l’Ambiente,
la salute e la sicurezza Le quattro bugie più sfacciate delle Autorità:
• La vasca è un “ameno laghetto”. Un buco grande quanto quattro campi di calcio, profondo 10 metri, le sponde scoscese (66% di pendenza), anche quando non raccoglie le acque inquinate e sporche del Seveso inclusa le acque di fognatura. Col suo metro di acqua stagnante al fondo e nove metri di vuoto, è una offesa al paesaggio, al buon senso, alla sicurezza e, in generale, alla bellezza del Parco Nord.
• La vasca è l’unica soluzione possibile. Le vasche di laminazione sono dal punto di vista idraulico, urbani stico, sociale e culturale, un salto all’indietro, una soluzione arretrata e primitiva quanto può essere oggi una cloaca a cielo aperto. La legge regionale n. 4/2016 non la prevede, ma afferma, per la prevenzione del rischio idraulico e delle siccità, il principio e il metodo della Invarianza Idraulica. Il principio a cui si ispira è quello del risparmio idrico, della separazione, riciclo e riuso dell’acqua meteorica; è quello della “città spugna” che trattiene le acque bianche, limita le superfici impermeabili, de-cementifica, costruisce le vasche volano per la raccolta di acque pulite, serbatoi e cisterne diffuse lungo il fiume e negli abitati.
• Il Piano. Il Piano iniziale non esiste più: delle quattro vasche di laminazione previste, quella più grande, nell’area della ex-Snia di Varedo che avrebbe stoccato circa la metà del volume, è stata messa su un binario morto. Infatti la fabbrica chimica per decenni ha accumulato veleni e
scorie di produzione la cui bonifica richiede tempi lunghi e gli investimenti della bonifica non sono previsti da nessuna parte. Quando si dice che la vasca nel Parco sarebbe riempita solo sei volte all’anno, si afferma una cosa non vera, nei volumi anzi illogica. Il Piano dimezzato dei volumi di stoccaggio compromette l’esito dell’intera operazione:
non assicura che saranno evitati in futuro nuove esondazioni e allagamenti!
• Non è vero che chiediamo tutto e subito. Siamo stati additati come i responsabili dei ritardi: questo è falso. Abbiamo semplicemente fatto circolare, nel rispetto di ogni norma, le nostre idee; abbiamo fatto ricorso al Tribunale delle Acque per impedire lo scempio del territorio e l’attacco
alla salute. Ma, come si sà, i ricorsi non bloccano niente: solo le sentenze possono bloccare, e, finora, di sentenze non ce ne sono state. Abbiamo fatto proposte costruttive, cercando, in modo pragmatico, di conciliare le giuste richieste dei cittadini e i piani delle amministrazioni, le nuove idee con le vecchie pratiche:
non siamo stati ascoltati, non siamo stati riconosciuti come interlocutori.
Noi chiediamo che:
• Sia approvato un Piano per l’Invarianza Idraulica. Il passaggio dalle vasche di laminazione all’Invarianza Idraulica non si può compiere in un solo atto: deve essere studiato e costruito su una solida base tecnica, con una precisa volontà politica. Devono essere definiti i modi e tempi, i
passaggi e tappe, risorse economiche un piano di defiscalizzazione che permetta al privato di affrontare i costi di raccolta e stoccaggio delle acque meteoriche.
• Che il Seveso sia ripulito. Un fiume da decenni abbandonato, avvelenato e sconciato, sia finalmente restituito alla sua condizione naturale e alla sua bellezza. Non si incominci a costruire le vasche prima che siano stati riportati alla legalità gli scarichi abusivi ancora in via di censimento e attribuzione. Il sogno del Parco Fluviale del Seveso può diventare, seppure per tappe e secondo un preciso disegno, una realtà di rinascita ecologica per tutta la Città Metropolitana ed i Comuni a nord est della città.
Proponiamo quindi un confronto e una condivisione sulla base di una precisa proposta:
• Sia realizzata la vasca di Lentate. Se una vasca deve essere proprio fatta, ebbene allora si proceda con quella di Lentate. E’ la più a monte, perciò la meno inquinata, si trova in un territorio meno congestionato, la sua realizzazione non ha riscontrato l’opposizione né della Amministrazione comunale né da parte della cittadinanza.
• Si completi il raddoppio del canale scolmatore di Nord Ovest, un progetto per addurre le acque di piena del Seveso al Ticino. In parte già realizzato ma poi (giustamente!) bloccato, per via delle acque del Seveso, troppo sporche ed inquinate per essere immesse nel “Fiume Azzurro”. Questa opera di raddoppio renderebbe del tutto inutile la costruzione delle vasche di Senago con la fine dell’annoso contrasto tra i cittadini e l’Amministrazione Comunale. Della idraulica tradizionale, quella dei canali e delle aree golenali è certamente la tecnica più efficiente.
• Si eviti la vasca di laminazione nel Parco Nord. Questa vasca, con i suoi 250,000 mc, è la più piccola di tutte, ma comporta la distruzione di un bosco con migliaia di alberi adulti e la cementificazione di 4 ettari di parco. Essa verrebbe realizzata, a poche decine di metri, dal più popoloso quartiere di Bresso e da diverse strutture sensibili, quali due scuole e un asilo nido.
Per evidenti buone ragioni questa vasca, che rappresenta solo un quinto dell’intero volume di Piano, può essere facilmente sostituita con l’applicazione della Invarianza Idraulica diffusa: 250 mila m3 di acqua piovana, da raccogliere in tempi e costi raffrontabili a quelli della costruzione della vasca di laminazione, nel territorio da Paderno a Milano, possono essere un obiettivo realistico, comprovato dalle realizzazioni di CAP e BrianzAcque.
Il Corona virus è servito a focalizzarci sulla necessità di rispettare l’ambiente e di mettere al primo posto la sicurezza e la salute pubblica e dei cittadini. Tracce di virus, o almeno del suo RNA, sono state rinvenute nei reflui fognari di Milano. Questo non vuol dire necessariamente che le
fogne siano state il veicolo della diffusione dell’epidemia. Come precisa l’Istituto Superiore di Sanità, non significa che questo rischio sia del tutto impensabile. In ogni caso, in una situazione così drammatica, in uno dei luoghi al mondo più colpiti dal virus, e di fronte alle incertezze e dubbi che la stessa scienza vive ed ammette.
• invocare il principio di “precauzione e di responsabilità” è così illogico?
• chiedere di non precipitare i tempi, di avere maggiori attenzioni e più rispetto per le preoccupazioni e le ansie dei cittadini, è tanto strano?
• perché questa fretta? Agosto, nel nostro Paese, spesso è stato sinonimo di movimenti strani, di colpi di mano e di varie furfanterie. In questo agosto però, nessuno è distratto e con la testa in vacanza!
Ci sono troppi problemi e tante ansie: perché non proviamo ad evitarne qualcuno?
Ci sono troppi problemi e tante ansie: perché non proviamo ad evitarne qualcuno?