Come Il Covid-19, si riparte. La notifica della sentenza del T.A.R., fatta nei giorni scorsi, ha attivato i termini dei 60 giorni per la presentazione del ricorso al Consiglio di Stato.
I soggetti coinvolti (cittadini e associazioni) stanno completando con gli avvocati il riesame dei diversi profili giuridici. Qui, oggi, vogliamo mettere in evidenza uno degli aspetti, a nostro avviso il più importante e, al tempo stesso, , ci auguriamo, più comprensibile. NON SI PUO’ ACCETTARE CHE SI COSTRUISCANO PALAZZINE IN UN PARCO!
Chi ha promosso e sostenuto l’operazione RE3, l’Amministrazione precedente, ha sempre proclamato ai quattro venti di aver tutelato l’interesse pubblico e che non c’era consumo di suolo, ma
-COSTRUIRE PALAZZINE IN UN PARCO NON E’ TUTELARE L’INTERESSE PUBBLICO.
-COSTRUIRE QUESTE PALAZZINE NEL PARCO DI VIA DALLA CHIESA E’ CONSUMO DI SUOLO
E lo dimostriamo. Seguiteci in queste brevi considerazioni.

I numeri, chiari e incontrovertibili, dicono che il bilancio ecologico per i cittadini è negativo di 5.502 mq. Quindi quale interesse pubblico è stato tutelato? E il saldo negativo di 5.502 mq come lo vogliamo chiamare se non consumo di suolo?
Questo è il punto cruciale che nella sentenza del T.A.R. non ha trovato il giusto peso e considerazione e che non è stato valutato nella sua giusta dimensione.
La giurisprudenza in materia sta cambiando. Sentenze recenti, emesse in diverse parti d’Italia, aprono scenari nuovi e interessanti che guardano con più attenzione alla salvaguardia del suolo e dell’ambiente,
Lo ribadiamo. Gli “attori in campo” per la “Fase 2 della Variante RE3”, devono dare una risposta logica, chiara e con numeri a corredo alla domanda: QUALE INTERESSE PUBBLICO viene tutelato dalla “variante RE3”? C’è o non c’è CONSUMO DI SUOLO?
Il tema è importante, la causa è giusta e occorre battersi fino in fondo.
Certo, significa un nuovo e pesante impegno economico da affrontare. Lo si farà, ancora una volta, con l’aiuto di cittadini e associazioni che non faranno mancare il loro supporto.