Conoscere la natura per tutelarla: l’invasione delle “tartarughe” al parco Lago Nord

di Francesco Spinello

Naturalista

Lo studio della natura, con la scoperta di nuove specie o di nuove informazioni sulla vita delle specie conosciute, ci aiuta a capire come è strutturato l’ambiente intorno a noi e come ogni essere vivente reagisce alle modificazioni che l’uomo continua ad apportare, in modo sempre più marcato, all’ecosistema.

Il progetto L.a.g.o., intrapreso dall’Amministrazione Comunale di Paderno Dugnano durante l’estate 2022, è stata  un’ottima occasione per contribuire a diffondere quella cultura scientifica e naturalistica che spesso risulta carente nel nostro Bel Paese.

Il Circolo “Grugnotorto” della Legambiente padernese, insieme al Comitato Permanente Paolo Magretti, ha contribuito agli eventi in calendario con tre conferenze naturalistiche, a carattere divulgativo, dedicate al mondo:

  • degli uccelli (avifauna stanziale e migratoria);
  • degli insetti (libellule e mantidi);
  • dei rettili, con particolare riferimento alle testuggini palustri che popolano il Lago Nord.

Proprio questo ultimo argomento è oggi tema di attualità nelle cronache locali padernesi e causa di polemiche da parte di molti cittadini, di indagini da parte dell’Amministrazione comunale e di preoccupazioni da parte delle persone sensibili alle questioni ambientali (Naturalisti ed ambientalisti) della natura e dei pescatori che gestiscono il carpodromo del Parco Lago Nord.

Quelle che molte persone chiamano generalmente tartarughe, facendo riferimento ai rettili (e non anfibi, come qualcuno potrebbe pensare) che dimorano in uno dei due laghetti del Parco “della cava”, in realtà sono testuggini, di varie specie. Per tartaruga si intende generalmente quel rettile provvisto di carapace ( e non guscio, che è tipico della frutta secca) le cui zampe si sono modificate, nei tempi lunghi dell’evoluzione biologica, per diventare utili strumenti per la vita in acqua per lo più di mare: una sorta di pinne, se si vuole semplificare.

Le tartarughe sono animali che si nutrono di vegetali (come le alghe) o di altri animali, come le meduse; poiché negli ultimi decenni sono state trovate centinaia di tartarughe (spesso anche della famosa specie rara Caretta caretta) spiaggiate e morte per avere ingerito dei sacchetti di plastica (scambiati per meduse), da qualche anno in Europa è stato vietato l’uso di tali sacchetti e la sostituzione con altri sacchetti prodotti con bio-plastiche, un materiale (spesso realizzato a partire dall’amido di mais) che risulta biodegradabile e compostabile, quindi non pericoloso per le tartarughe.

Le testuggini sono invece rettili con carapace che hanno le zampe conformate in modo da poter camminare sulla terraferma, anche se la maggior parte di queste specie vive in acqua dolce o in ambienti umidi (testuggini palustri).

Una delle testuggini, ormai rare, tipiche del nostro Paese è la Emys orbicularis, la testuggine palustre europea. Questo animale ha risentito fortemente degli sconvolgimenti ambientali causati dall’uomo (urbanizzazione, modificazione dell’ambiente di vita, inquinamento, caccia/raccolta per commercio e collezionismo…) non ultima l’introduzione di specie aliene (o alloctone).

Quello della diffusione in natura di specie viventi esotiche (aliene) risulta essere uno dei grandi problemi attuali sulla conservazione della biodiversità dei nostri ambienti: molti animali provenienti da Paesi esteri, anche a clima tropicale, si ritrovano, una volta liberati in natura, a doversi adattare agli ecosistemi italiani. A volte soccombono, non potendo superare le temperature fredde invernali o non trovando il cibo adatto alla loro dieta; a volte si adattano e riescono a sopravvivere. Qualche volta si adattano così bene che, non solo riescono a sopravvivere in un ambiente molto diverso da quello di origine, ma diventano molto prolifici e si diffondono velocemente, andando ad occupare ambienti ormai privi della nostra fauna (autoctona) oppure innescando meccanismi di competizione con le specie italiane ed europee, a discapito di queste ultime. E’ il caso ad esempio dello scoiattolo grigio, che compete con il nostro scoiattolo rosso; del gambero rosso della Louisiana, che compete con il nostro raro e delicato gambero d’acqua dolce; del pesce siluro, una specie vorace che può raggiungere lunghezze anche di oltre due metri; oppure dei parrocchetti dal collare, delle nutrie, delle zanzare-tigre, ecc… il cui impatto sulla fauna autoctona è ancora oggetto di studio.

Come diceva il Naturalista Claudio Foglini durante la sua conferenza sui rettili dell’estate scorsa (di cui è stato realizzato un articolo scientifico e una apposita pubblicazione): “Le testuggini palustri rappresentano alcuni degli animali da compagnia più comunemente rilasciati nelle zone urbane. In Europa, dopo il divieto di importazione delle sottospecie e degli ibridi di Trachemys scripta, altri generi di testuggini alloctone dominano ora il mercato legale degli animali esotici da compagnia. Alcuni di questi, analogamente alle ben note testuggini palustri americane, mostrano un elevato potenziale di invasività ma la loro distribuzione al di fuori del loro areale naturale è scarsamente indagata”.

Ecco che quindi, insieme alle cause già citate prima, uno dei problemi che subiscono le  specie viventi del nostro Paese, con conseguente diminuzione della biodiversità autoctona, è proprio la liberazione di individui di specie alloctone.

Molte persone pensano di fare cosa gradita regalando animali esotici ai bambini, per dar loro un’occupazione o interessarli alla natura; purtroppo, però, con il passare del tempo, questi animali crescono a dismisura e diventano troppo impegnativi ed ingombranti. Quando la detenzione di questi animali diventa fastidiosa, le persone pensano di fare l’azione giusta liberandoli in natura, senza però riflettere sull’impatto che questi provocano nell’ambiente naturale e nei confronti delle specie autoctone affini.

Per poter aiutare le nostre specie a non subire i danni da competizione da parte delle specie esotiche liberate, l’unica soluzione è quella di rimuovere queste ultime dagli ambienti che occupano e bloccare gli eventuali futuri rilasci in natura da parte della popolazione, attraverso l’emanazione di apposite leggi e il conseguente controllo nell’applicazione delle stesse. Tale controllo può essere affidate anche alle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV).

Per le testuggini palustri esotiche, fortemente invasive a causa della loro dieta spesso  onnivora (insetti, molluschi, vermi, girini e adulti di  anfibi, uova di specie acquatiche, alghe, piante acquatiche e piante sommerse), la Regione Lombardia sta predisponendo dei luoghi per poterle accogliere, con vasche separate tra individui maschi e femmine. Ovviamente tali siti, insieme alle operazioni di cattura e trasporto, hanno bisogno di finanziamenti a lunga durata, vista la longevità di questi rettili che possono raggiungere tranquillamente l’età di oltre 20 anni.

Quello che la Comunità scientifica e gli ambientalisti si augurano per il futuro è che i  politici diano un segnale forte in difesa dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi che hanno il diritto di poter vivere nel proprio habitat nelle condizioni in cui si trovava prima degli interventi umani. A questo si può arrivare eliminando definitivamente il commercio di viventi esotici e lavorando per raggiungere i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU redatta nel 2015 in concomitanza con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e con la pubblicazione dell’Enciclica “Laudato si’ per la Cura della Casa comune” da parte di Papa Francesco.

Francesco Spinello

Naturalista

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