L’INAUGURAZIONE DELLA PORCATA RHO MONZA

Abbiamo saputo dalla stampa che domani, nella mattinata, Regione Lombardia al completo, con il suo Presidente Attilio Fontana in testa, presenzierà alla inaugurazione della “Rho Monza”.

L’inaugurazione di una autostrada che avrebbe dovuto essere attiva per un’altra inaugurazione, quella di Expo 2015, una delle ragioni principali che hanno convinto i giudici del T.A.R. e del Consiglio di Stato a respingere i due ricorsi dei cittadini del CCIRM, che ne chiedevano l’interramento.

L’inaugurazione di una autostrada che scaricherà entro una fascia di 250/500 metri l’80% delle polveri sottili (PM10 e PM 2,5) prodotte dalla circolazione del traffico veicolare.

L’inaugurazione di una autostrada che non è ancora aperta al suo utilizzo.

L’inaugurazione di una autostrada che avviene in modalità intima, in un luogo (sotto la galleria fonica) oggi inaccessibile ai non addetti ai lavori e quindi anche a noi.

L’inaugurazione di una autostrada che la popolazione locale ha sempre contrastato e che non accetta.

L’inaugurazione di una autostrada che avrebbe dovuto avere il buon senso, vista la scelta  di realizzazione  a cielo aperto, di essere fatta, sempre in modalità rigorosamente  intima, fra 15/20 anni,  quando l’unico parziale rimedio al cancro ai polmoni  e altre patologie collegate all’inquinamento, cioè il progetto integrativo di mitigazioni ambientali, voluto con determinazione dai cittadini per sette anni,  che significa alberi, alberi, alberi e ancora alberi in ogni metro quadrato disponibile, avrà avuto il tempo di prendere consistenza e di rappresentare concretamente una forma di barriera, l’unica possibile ai veleni dell’autostrada.

L’inaugurazione di una autostrada, il cui interramento è stato ritenuto dal T.A.R. e Consiglio di Stato, più costoso dell’attuale realizzazione, salvo verificare adesso, dopo 7 anni di ritardi e con l’inclusione di un progetto integrativo di mitigazioni ambientali che non è ancora stato approvato ufficialmente e finanziato, che il costo dell’interramento allora stimato sia simile a quello attuale. Una cosa di cui letteralmente vergognarsi. Faremo di tutto per avere questo dato.

E dunque, cosa inaugura il Presidente Fontana?  Un collegamento autostradale più efficace? Ma sa il Presidente Fontana che inaugurando questa porcata, sta prenotando posti in ospedale e casse da morto?

Il Presidente Fontana sa o ha memoria di quanto i suoi colleghi della Lega hanno sostenuto negli anni passati?  Certo gli anni passano e le cose cambiano o si dimenticano. NON PER NOI. E per aiutare la memoria del Presidente Fontana e non solo proponiamo due manifesti dell’epoca.

Non sappiano cosa dirà il Presidente Fontana. Non sappiano cosa diranno le altre autorità presenti. Sappiamo con certezza cosa avremmo detto noi, se presenti, se per esempio fosse disponibile a trasferire la sua residenza a 30 metri dalla porcata. Ma non siamo stati invitati. Peccato.

ECCO LE MITIGAZIONI AMBIENTALI PREVISTE A PADERNO DUGNANO

Il video dell’incontro pubblico del 19 Luglio 2022 sulle mitigazioni ambientali a Paderno Dugnano, connesse alla ex SP 46 Rho-Monza.

Fino al minuto 21.25 – le tappe principali del percorso del progetto integrativo e migliorativo – Luigi Lunardi.

Dal minuto 21.25 a 41.20 – le caratteristiche generali del progetto, le ragioni,  le necessità e  le difficoltà. Dott. Gaetano Selleri della PAN ASSOCIATI.

Dal minuto 41.21a 58.54 – Come il progetto interviene concretamente nelle aree più sensibili ed esposte del nostro territorio e (video Triennale 2019da non perdere!) -Marzia Ripamonti

Dal minuto 59.32 a 1.03.37 –  Riflessioni  e valutazioni  del  Consigliere Regionale Massimo De Rosa

Dal minuto 1.03.38 a 1.20.50 – La posizione, il ruolo e gli impegni dell’Amministrazione Comunale. Sindaco Ezio Casati e Assessore Giorgio Rossetti.

Dal minuto 1.20.57 a 1.24.00. – Comunicazione del Presidente del CCIRM Pino Calvano, letta da Daria Castelli

Dal minuto 1.24.01 a 1.25.34 – Conclusione

Una panoramica complessiva per conoscere le azioni poste in essere e quelle da attuare nel prossimo futuro, per rendere concreti interventi diffusi sul nostro territorio, a salvaguardia della salute dei cittadini e della qualità dell’ambiente. Una testimonianza dell’impegno di cittadini attivi che, relazionandosi in modo costruttivo  e convinto con Enti e Istituzioni, ha consentito di porre parzialmente rimedio alla ferita inferta al nostro territorio dalla realizzazione di una autostrada, a pochi metri dalle abitazioni e da una scuola. Ma anche un modo nuovo di pensare le infrastrutture stradali ed un esempio da diffondere e far conoscere.

Immagini della serata
Infrastruttura verde della nuova tangenziale Nord Milano

Vedere anche:

>> PREMIO SPECIALE A INFRASTRUTTURA VERDE ALLA TRIENNALE DI MILANO 2019

>> Rho-Monza, come migliorare il progetto di mitigazioni ambientali a Paderno Dugnano

>> INFRASTRUTTURA VERDE ALLA TRIENNALE DI MILANO 2019

>> WORLD FORUM ON URBAN FORESTS -MANTOVA 2018. UNA RIFLESSIONE CONCLUSIVA.

UN ANNO FA L’INIZIO DEI LAVORI DELLA VASCA DI BRESSO UN GIORNO MALEDETTO!

Comunicato stampa 3 agosto 2021


UN ANNO FA L’INIZIO DEI LAVORI DELLA VASCA DI BRESSO
UN GIORNO MALEDETTO!

Quel maledetto giorno è stato un anno fa, precisamente il 03 agosto 2020. Al mattino presto, ore 7.30,
le prime ruspe hanno cominciato a fare il loro sporco lavoro, cioè abbattere alberi e scavare terra per
realizzare la vasca di laminazione del Torrente Seveso a Bresso, in un’area del Parco Nord e a ridosso
di vari condomini. Un anniversario triste.


Un anno di proteste di cittadini, comitati No vasca, associazioni ambientaliste contro questa scelta politico
amministrativa sbagliata, perché legata a progetti di emergenza contro le esondazioni del Seveso superati
e fautori di ulteriori disastri ambientali.


Un anno, dall’altra parte, dalla parte delle varie istituzioni, Comune di Milano, Città Metropolitana, Regione
Lombardia, di sordità assoluta, di muro di gomma e addirittura di completa soddisfazione per questa opera
in corso.


Intanto, soprattutto i cittadini dei condomini a ridosso del cantiere della vasca di Bresso, da un anno
soffrono e subiscono gli effetti deleteri, anche dal punto di vista sanitario, delle polveri sollevate dai lavori
di scavo e di trasporto che incidono ancora più negativamente sulla qualità dell’aria.


Quelli che erano 4 ettari di bosco e vegetazione sono stati spazzati via; davanti agli occhi ora si staglia
un vasto buco, al fondo del quale è in costruzione, proprio in queste settimane, una piattaforma di cemento
armato. Sì, avete letto bene: cemento armato!

Ma dopo il danno, irrecuperabile, la beffa; perché alcuni amministratori di Milano sostengono che alla fine
sarà un bel laghetto, facendo finta di non sapere

  • che il torrente Seveso è il terzo corso d’acqua più inquinato d’Europa per il quale pende una sanzione di
    oltre 70 milioni di euro da parte dell’Unione Europea
  • che una vasca di laminazione ha il compito di far sedimentare sul suo fondo i veleni (https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_luglio_26/vasca-parco-nord-contro-piene-seveso-siamo-due-terzi-dell-opera-sara-pronta-prossima-estate-7ece387e-ede9-11eb-b806-66e6aa5ff564.shtml) che l’acqua sporca trasporta,
  • ignorando poi tutto il problema della manutenzione continua di questa tipologia di vasca.

Eppure alternative a questo nefasto progetto c’erano e ci sono per il bene del quartiere Niguarda di Milano,
per il bene del Parco Nord e di Bresso e dei loro cittadini: applicare l’invarianza idraulica, che è legge regionale dal 2016, su tutta l’asse del Seveso, cioè prevedere, ad esempio, la realizzazione di zone di infiltrazioni naturali per contenere eccessi d’acqua piovana che non si scarichino così nel torrente lungo il suo percorso.


Invece oltre alla vasca di laminazione di Bresso è in costruzione quella di Senago all’interno del Parco delle
Groane ed è in progettazione quella di Varedo nell’area ex Snia. Per noi tutto questo è come la trama di
“un serial killer ambientale”.
Noi non ci rassegniamo; continueremo con tutte le nostre forze e con le nostre voci a gridare che tutto
questo si può e si deve fermare.


Paderno Dugnano, 3 agosto 2021

DIRETTIVO CCTS
Comitato Coordinamento Torrente Seveso

Progetto Area di laminazione del Seveso – ex Snia Varedo

Martedì 13 luglio 2021 avrà luogo un nuovo incontro che sarà il primo workshop di approfondimento e al centro dell’incontro vi saranno le domande specifiche poste dai cittadini durante la presentazione del 5 luglio e i temi che hanno indicato come più rilevanti attraverso il sondaggio fatto alla fine del webinar.

A questo link del Comune di Paderno Dugnano ulteriori informazioni.

https://www.comune.paderno-dugnano.mi.it/area-di-laminazione-del-torrente-seveso-il-video-della-presentazione-del-progetto/

IMPORTANTE: Per ricevere il link e partecipare all’incontro occorre registrarsi inviando una mail a info@ascoltoattivo.net.

CI RISIAMO. SIAMO PROPRIO UNA SPINA NEL FIANCO (DESTRO).

Non sono bastati i richiami e gli inviti alla precisione e serietà rivolti  agli esponenti  (in generale) del centro destra  e all’ex Facente funzione Bogani in particolare, a seguito delle affermazioni  fatte nel corso del precedente Consiglio Comunale.  Il Circolo Legambiente di Paderno resta sempre nel mirino. E’ avvenuto ancora nel Consiglio Comunale  del 15/9. Questa volta il pretesto è stata la metrotramvia Milano-Limbiate.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=KIDxcZsbAGE?start=5249&w=560&h=315]

A partire dal minuto 1:27:30 di questo video gli interventi che ci riguardano. Iniziamo con l’ex Ff che  si spinge a fare dichiarazioni ridicole, ancora una volta prive di contenuto e incomprensibili.  Parole a vanvera. L’ex Ff non si spiega come  mai, avendo il nostro Circolo Legambiente presentato ufficialmente,   durante il suo mandato  osservazioni critiche e richieste di assoggettabilità alla VAS , con riferimento al consumo di suolo su diversi temi, non abbia fatto la stessa cosa nel caso della Metrotramvia Milano -Limbiate  e soprattutto perché il nostro Circolo abbia fatto questa scelta mentre Il Circolo Legambiente di Cormano ha avanzato ( ha dichiarato) richiesta di assoggettabilità alla V.A.S., sottintendo così ,neppure tanto  velatamente,  il nostro asservimento alle forze politiche che governano attualmente la città.

Per aiutare a capire citiamo alcuni esempi di osservazioni o richieste presentate in passato:

-osservazioni sul Piano cave il 23/7/2019: consumo di suolo per la concessione di aree destinate all’estrazione.

– osservazioni (e fatto anche altro) sulla variante RE3: consumo di suolo e edificazione di palazzine in un’area verde.

– Richiesta del 26/6/2019 di V.A.S. e di Valutazione di incidenza ambientale ( V.Inc.A.) su PR1: edificazione di capannone industriale. Consumo di suolo e difesa del varco 16(A) della rete ecologica, con riferimento anche all’allora previsto centro commerciale di Bollate.

-Osservazioni sull’ampliamento del distributore Q8 a Palazzolo. Consumo di suolo e penalizzazione dell’Oasi dei Gelsi , all’interno del Parco del Grugnotorto, oggi Gru.Bria

Chiediamo all’ex Ff e ai suoi compagni di banco quale relazione ci sia tra il consumo di suolo del Piano cave, della RE3, del PR1, del Q8 e il consumo di suolo che comporta la riqualificazione della Metrotramvia nel territorio di Paderno Dugnano quantificato in circa 4500 mq.. Se relazione c’è, è solo strumentale ed è evidente a tutti coloro disposti a documentarsi.  L’importanza che ha la realizzazione  della Metrotramvia con le sue ricadute positive sulla  mobilità e sulla riduzione dell’inquinamento , rende ridicolo il confronto con le situazioni sopra citate e spiega anche la nostra posizione. Che è la stessa del Circolo Legambiente di Cormano, che ha avanzato si una richiesta di V.A.S. , ma riferita ad un problema specifico di viabilità  locale (Via Torino e dintorni )  che interessa i comuni di Cormano e Novate. Nulla a che vedere con il consumo di suolo cavalcato dall’ex Ff.

Francamente non ci spieghiamo, ancora un volta, la leggerezza  e il pressapochismo con cui , in un ambiente istituzionale importante come  il Consiglio Comunale, esponenti politici teoricamente di rilievo,  si lascino andare a dichiarazioni prive di fondamento e tendenziose. Quando poi si vuole sottolineare,  sempre strumentalmente , il  presunto comportamento diverso dei Circoli Legambiente di Cormano e Paderno come fa il consigliere Boatto, in un penoso tentativo  di gag  personale, si raggiunge il grottesco. Quale affidamento di può dare a chi (stra)parla in Consiglio Comunale senza essere informato minimamente di come stiano realmente le cose?

Crediamo che sia infantile se non vigliacco tirare in ballo in Consiglio Comunale, con affermazioni tendenziose, soggetti che non hanno possibilità di alcuna replica. E’ troppo comodo far suonare la propria campana stonata senza permettere di sentire la campana buona.

Ancora quella sofferenza.

Era il 14 luglio del 2014. Dopo 3 giorni, schierati a difendere la collinetta della Rho Monza fronteggiando la polizia, la capitolazione. Serravalle ne prende possesso e subito dopo procede con il taglio dei circa 800 alberi che su di essa stavano crescendo da alcuni anni. I pomodori, appena acquistati all’Unes per una insalata estiva, lanciati disperatamente e inutilmente contro il capo cantiere che dirigeva in quel momento l’operazione.

Impossibile guardare fino in fondo il video circolato ieri, che mostra freddamente il braccio meccanico di una gru che strappa dal terreno, uno per uno, depositandoli poi a terra, uno sull’altro, gli alberi del Parco Nord, per far posto alla vasca di laminazione per il Seveso. Troppa la sofferenza. La stessa del luglio 2014.

Non dovrebbe essere consentito distruggere con tanta facilità un bene così importante, un bosco di 30 anni che regala bellezza e salute ai cittadini e che al suo interno lentamente, negli anni, ha consentito e  favorito lo sviluppo di un prezioso ecosistema  naturale.

La distruzione di 4 ettari di bosco è una perdita irreversibile. Poco convincente e per niente attraente parlare di compensazioni, di aree degradate recuperate e annesse al parco. Potevano esserlo, a prescindere. Vien da sorridere, amaramente, riascoltando le dichiarazioni dell’assessore Maran e del sindaco Sala a proposito del progetto tanto sbandierato chiamato “Forestami,” gestito dal Comune di Milano, lo stesso che oggi, in prima linea “Deforesta”.

Nè vale, ormai lo abbiamo chiaro, la ragion di stato che vuole questo “sacrificio” per salvare Milano dalle esondazioni del Seveso. Non è vero. Non è con la vasca del Parco Nord che Milano si salva. Occorreva essere più lungimiranti e anziché utilizzare il tempo enorme trascorso inutilmente a vagheggiare le vasche, immaginare e realizzare una progettualità più moderna e sostenibile dal punto di vista ambientale. Un’ipotesi concreta e ancora possibile che il costituendo Comitato di Coordinamento Torrente Seveso (di cui il nostro Circolo fa parte), ha sviluppato in modo articolato e preciso in un documento che è già stato inviato ai sindaci dei comuni dell’asta del Seveso da Lentate a Milano. Documento che renderemo noto a breve, non appena avremo individuato e realizzato modalità agili di comunicazione dello stesso.

Lo studio commissionato dal Parco Nord, che prende in esame l’avifauna che nidifica nel bosco, eventuali specie rare e protette e i nuclei boschivi presenti, minimizzandone in qualche modo la valenza, è un tentativo di giustificare, seppur parzialmente, l’operazione. Ma non convince perché, ancora una volta, anziché giustificare bisognava non fare, cioè non distruggere.

Nel corso del presidio di ieri al Parco Nord sono state chieste le dimissioni del Presidente e del Direttore del Parco  per non essersi opposti allo scempio attuato. Vogliamo precisare che, fatte salve le perplessità appena espresse, non è la nostra posizione e non è una posizione che sia stata condivisa dal CCTS. Andrebbero interrogati, a nostro avviso, i sindaci dei comuni che compongono il Consorzio chiamato a gestire il Parco Nord e cioè Milano, Sesto S. Giovanni, Bresso, Cusano, Cormano, Cinisello e anche il consigliere delegato all’Ambiente di Città Metropolitana.

Difficile dire a quali sviluppi assisteremo nei prossimi giorni. L’operazione al Parco Nord appare una accelerazione improvvisa e ingiustificata, oltre che inutile.  Una dimostrazione di forza?  Ragioni elettorali?

Manterremo accesi i riflettori sulla vicenda e continueremo a lavorare al difficile compito di convincere gli enti istituzionali responsabili, con l’aiuto ci auguriamo dei sindaci, a prendere in esame soluzioni alternative alle vasche. E’ possibile e con l’impegno di tutti si può ancora fare.

INIZIANO I LAVORI DELLA VASCA NEL PARCO FERMIAMOLI!

Comunicato stampa 27 luglio 2020

La vasca nel Parco è un delitto contro la verità, contro il Parco e l’Ambiente,
la salute e la sicurezza Le quattro bugie più sfacciate delle Autorità:

La vasca è un “ameno laghetto”. Un buco grande quanto quattro campi di calcio, profondo 10 metri, le sponde scoscese (66% di pendenza), anche quando non raccoglie le acque inquinate e sporche del Seveso inclusa le acque di fognatura. Col suo metro di acqua stagnante al fondo e nove metri di vuoto, è una offesa al paesaggio, al buon senso, alla sicurezza e, in generale, alla bellezza del Parco Nord.

• La vasca è l’unica soluzione possibile. Le vasche di laminazione sono dal punto di vista idraulico, urbani stico, sociale e culturale, un salto all’indietro, una soluzione arretrata e primitiva quanto può essere oggi una cloaca a cielo aperto. La legge regionale n. 4/2016 non la prevede, ma afferma, per la prevenzione del rischio idraulico e delle siccità, il principio e il metodo della Invarianza Idraulica. Il principio a cui si ispira è quello del risparmio idrico, della separazione, riciclo e riuso dell’acqua meteorica; è quello della “città spugna” che trattiene le acque bianche, limita le superfici impermeabili, de-cementifica, costruisce le vasche volano per la raccolta di acque pulite, serbatoi e cisterne diffuse lungo il fiume e negli abitati.

Il Piano. Il Piano iniziale non esiste più: delle quattro vasche di laminazione previste, quella più grande, nell’area della ex-Snia di Varedo che avrebbe stoccato circa la metà del volume, è stata messa su un binario morto. Infatti la fabbrica chimica per decenni ha accumulato veleni e
scorie di produzione la cui bonifica richiede tempi lunghi e gli investimenti della bonifica non sono previsti da nessuna parte. Quando si dice che la vasca nel Parco sarebbe riempita solo sei volte all’anno, si afferma una cosa non vera, nei volumi anzi illogica. Il Piano dimezzato dei volumi di stoccaggio compromette l’esito dell’intera operazione:
non assicura che saranno evitati in futuro nuove esondazioni e allagamenti!

Non è vero che chiediamo tutto e subito. Siamo stati additati come i responsabili dei ritardi: questo è falso. Abbiamo semplicemente fatto circolare, nel rispetto di ogni norma, le nostre idee; abbiamo fatto ricorso al Tribunale delle Acque per impedire lo scempio del territorio e l’attacco
alla salute. Ma, come si sà, i ricorsi non bloccano niente: solo le sentenze possono bloccare, e, finora, di sentenze non ce ne sono state. Abbiamo fatto proposte costruttive, cercando, in modo pragmatico, di conciliare le giuste richieste dei cittadini e i piani delle amministrazioni, le nuove idee con le vecchie pratiche:
non siamo stati ascoltati, non siamo stati riconosciuti come interlocutori.

Noi chiediamo che:

Sia approvato un Piano per l’Invarianza Idraulica. Il passaggio dalle vasche di laminazione all’Invarianza Idraulica non si può compiere in un solo atto: deve essere studiato e costruito su una solida base tecnica, con una precisa volontà politica. Devono essere definiti i modi e tempi, i
passaggi e tappe, risorse economiche un piano di defiscalizzazione che permetta al privato di affrontare i costi di raccolta e stoccaggio delle acque meteoriche.

Che il Seveso sia ripulito. Un fiume da decenni abbandonato, avvelenato e sconciato, sia finalmente restituito alla sua condizione naturale e alla sua bellezza. Non si incominci a costruire le vasche prima che siano stati riportati alla legalità gli scarichi abusivi ancora in via di censimento e attribuzione. Il sogno del Parco Fluviale del Seveso può diventare, seppure per tappe e secondo un preciso disegno, una realtà di rinascita ecologica per tutta la Città Metropolitana ed i Comuni a nord est della città.

Proponiamo quindi un confronto e una condivisione sulla base di una precisa proposta:

Sia realizzata la vasca di Lentate. Se una vasca deve essere proprio fatta, ebbene allora si proceda con quella di Lentate. E’ la più a monte, perciò la meno inquinata, si trova in un territorio meno congestionato, la sua realizzazione non ha riscontrato l’opposizione né della Amministrazione comunale né da parte della cittadinanza.

Si completi il raddoppio del canale scolmatore di Nord Ovest, un progetto per addurre le acque di piena del Seveso al Ticino. In parte già realizzato ma poi (giustamente!) bloccato, per via delle acque del Seveso, troppo sporche ed inquinate per essere immesse nel “Fiume Azzurro”. Questa opera di raddoppio renderebbe del tutto inutile la costruzione delle vasche di Senago con la fine dell’annoso contrasto tra i cittadini e l’Amministrazione Comunale. Della idraulica tradizionale, quella dei canali e delle aree golenali è certamente la tecnica più efficiente.

Si eviti la vasca di laminazione nel Parco Nord. Questa vasca, con i suoi 250,000 mc, è la più piccola di tutte, ma comporta la distruzione di un bosco con migliaia di alberi adulti e la cementificazione di 4 ettari di parco. Essa verrebbe realizzata, a poche decine di metri, dal più popoloso quartiere di Bresso e da diverse strutture sensibili, quali due scuole e un asilo nido.
Per evidenti buone ragioni questa vasca, che rappresenta solo un quinto dell’intero volume di Piano, può essere facilmente sostituita con l’applicazione della Invarianza Idraulica diffusa: 250 mila m3 di acqua piovana, da raccogliere in tempi e costi raffrontabili a quelli della costruzione della vasca di laminazione, nel territorio da Paderno a Milano, possono essere un obiettivo realistico, comprovato dalle realizzazioni di CAP e BrianzAcque.

Il Corona virus è servito a focalizzarci sulla necessità di rispettare l’ambiente e di mettere al primo posto la sicurezza e la salute pubblica e dei cittadini. Tracce di virus, o almeno del suo RNA, sono state rinvenute nei reflui fognari di Milano. Questo non vuol dire necessariamente che le
fogne siano state il veicolo della diffusione dell’epidemia. Come precisa l’Istituto Superiore di Sanità, non significa che questo rischio sia del tutto impensabile. In ogni caso, in una situazione così drammatica, in uno dei luoghi al mondo più colpiti dal virus, e di fronte alle incertezze e dubbi che la stessa scienza vive ed ammette.

• invocare il principio di “precauzione e di responsabilità” è così illogico?

• chiedere di non precipitare i tempi, di avere maggiori attenzioni e più rispetto per le preoccupazioni e le ansie dei cittadini, è tanto strano?

perché questa fretta? Agosto, nel nostro Paese, spesso è stato sinonimo di movimenti strani, di colpi di mano e di varie furfanterie. In questo agosto però, nessuno è distratto e con la testa in vacanza!
Ci sono troppi problemi e tante ansie: perché non proviamo ad evitarne qualcuno?
Ci sono troppi problemi e tante ansie: perché non proviamo ad evitarne qualcuno?

“ALBERI IN PERICOLO – TUTELA IL PARCO NORD – PROTEGGI LA TUA SALUTE”

Comunicato stampa 25 luglio 2020

Qualche giorno fa hanno cominciato a recintare l’area boschiva del Parco Nord tra Bruzzano, Niguarda e Bresso dove sorgerà il cantiere della vasca di laminazione per contenere le esondazioni del torrente Seveso.

Da molti anni cittadine e cittadini, comitati e associazioni denunciano come le vasche di laminazione non siano la soluzione adeguata e propongono concrete e praticabili alternative che comprendono: chiusura degli oltre 1400 scarichi abusivi e pulizia delle acque con conseguente potenziamento del canale scolmatore verso il Ticino, deimpermeabilizzazione delle sponde del del torrente e utilizzo di aree golenali per lo scarico di acque in eccesso. Con i cambiamenti climatici i fenomeni metereologici si fanno sempre più intensi e, proprio per questo motivo, serve una netta inversione di tendenza delle politiche ambientali condotte fino ad ora.

Bisogna aumentare il numero di piante ad alto fusto e ridurre le superfici cementificate; per questo motivo non possiamo tollerare il disboscamento di 4 ettari di Parco Nord per far spazio a un progetto obsoleto e molto costoso. Vogliamo tutelare l’ambiente, contribuire a mitigare il cambiamento climatico e tutelare la salute dei cittadini messa a repentaglio dalla qualità delle acque di uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Europa.

Per la difesa del suolo e del Parco ti aspettiamo GIOVEDI 30 luglio dalle 18,00 all’incrocio tra via Ornato, via Aldo Moro e via Del Regno Italico con cartelli e manifesti per una protesta determinata e colorata”.

Poi alle 18.15 ci si sposterà nel parco ai piedi della passerella (futura area di cantiere) con residenti caseggiati e bimbi scuole coinvolte.